L’artrosi di spalla
L’usura della cartilagine tipica dell’artrosi di spalla provoca un’alterata distribuzione delle forze nell’articolazione gleno-omerale con successivi cambiamenti anche dal punto di vista anatomico. L’artrosi di spalla è quindi una patologia disabilitante, che causa dolore, limitazione funzionale e instabilità.
Una volta diagnosticata l’artrosi, e in seguito a fallimento del trattamento conservativo, lo specialista valuterà la tipologia di intervento più adatta tra:
- Opzioni non protesiche: trattamento artroscopico per la riduzione del dolore
- Opzioni protesiche
Trattamento di sostituzione protesica
L’opzione protesica viene presa in considerazione sulla base di diversi fattori tra cui il grado di dolore, il tipo di artrosi, il livello di compromissione del movimento, l’età, la presenza di altre patologie, il livello di attività fisica, le aspettative di recupero sulla base delle attività che il paziente desidera svolgere.
L’intervento di protesi di spalla consiste nella sostituzione parziale o totale dell’articolazione gleno-omerale, usurata dal processo artrosico oppure colpita da una frattura complessa dell’omero prossimale, con impianti specifici, al fine di migliorare il dolore e ripristinare un’adeguta funzionalità.
Tipologie di protesi di spalla
Per ciascuna patologia o condizione esiste una protesi specifica.
PROTESI ANATOMICHE. Utilizzate principalmente in casi di omartrosi concentrica, ossia in quelle condizioni dove esiste l’integrità dei tendini della cuffia dei rotatori.
PROTESI INVERSE. Utilizzate in presenza di una compromissione dei tendini della cuffia (non più riparabili), con un’usura eccentrica dell’articolazione gleno-omerale.
PROTESI DI RIVESTIMENTO. Utilizzate in casi di artrosi concentrica (con tendini della cuffia integri) in soggetti giovani oppure in caso di necrosi cefalica.
Le protesi di ultima generazione sono modulabili, grazie alla presenza di componenti plurimi che consentono di personalizzare l’impianto per le diverse condizioni del paziente.
In cosa consiste l’intervento di protesi di spalla
L’intervento di protesi di spalla si svolge in anestesia generale e/o anestesia loco-regionale per coprire il dolore post-operatorio.
L’intervento dura ca 90 min. Il paziente esce dalla sala operatoria con un tutore reggibraccio e rimane ricoverato per 2/3 giorni.
Dopo le dimissioni il paziente dovrà seguire un protocollo per la gestione del dolore e un percorso riabilitativo.
Cosa aspettarsi
Risoluzione della sintomatologia dolorosa con buon recupero della funzionalità della spalla, tale da consentire una gestione della vita quotidiana e una ripresa delle attività sportive a basso impatto (Nuoto, golf, trekking, bicicletta – no mountain bike).
L’intervento si pone come obiettivo la risoluzione della sintomatologia dolorosa con buon recupero della funzionalità della spalla, tale da consentire una gestione della vita quotidiana e una ripresa delle attività sportive a basso impatto (Nuoto, golf, trekking, bicicletta – no mountain bike).
Complicazioni
Le complicazioni in un intervento di protesi di spalla possono dividersi in intra-operatorie e post-operatorie. Comprendono:
- Fratture di segmenti scheletrici interessati
- Lesioni di carattere neuro-vascolare
- Ematomi
- Fratture dell’omero e/o delle scapole dovute a cedimento strutturale (soggetti con osteoporosi)
- Fenomeni d’instabilità come la lussazione
Dopo un intervento di protesi spalla
Dopo l’intervento è importante seguire il percorso post-operatorio indicato dallo specialista. Nella maggior parte dei casi:
- Utilizzo del tutore con il braccio in abduzione di 15°-20° per 4 settimane.
- Kinesiterapia (da subito), con movimenti di gomito e polso e movimenti oscillanti della spalla.
- Dopo due settimane introduzione di esercizi di mobilizzazione passiva ed attiva cauta.
- Controlli clinici e radiologici a tempi prestabiliti dal programma protesico.
Dr. Antonio Giardella, Specialista in Chirurgia Articolare e Traumatologia dello Sport